Rifugio Alpino a Cusio
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Il rifugio alpino parrocchiale San Giuseppe è posto sul Colle della Maddalena a 1350 metri sul livello del mare, nel comune di Cusio, in alta valle Brembana. Attualmente in fase di ristrutturazione. Una volta terminato disporrà di 18 posti letto; è provvisto di acqua, luce e gas ed è raggiungibile con automezzi.
Nell’anno 1961, terminata la costruzione della chiesa e dell’oratorio al Villaggio degli Sposi, l’unico spazio disponibili per adolescenti e giovani era il campo da calcio in sabbia oltre al cortile. Si organizzava talvolta una biciclettata nei dintorni.
Nel 1962, il primo Parroco del Villaggio degli Sposi, don Franco Seghezzi, amante della montagna, propose ai giovani del Villaggio di raggiungere in bicicletta a Santa Brigida la casa estiva del Patronato San Vincenzo e, successivamente, a Cusio. Lui rimaneva nel gruppo dei ciclisti accompagnando e spesso trainando chi era stremato dalla fatica del viaggio con il suo mitico “galletto”, una motocicletta super moderna! Una volta raggiunto il paese di Cusio, era necessario lasciare i mezzi e incamminarsi a piedi percorrendo la mulattiera verso il Colle della Maddalena e il Monte Avaro. In seguito ebbe inizio la buona abitudine di trascorrere i fine settimana, soprattutto a ferragosto, in quel luogo incantevole, pernottando presso una baita di mandriani del posto. Si trascorrevano due giornate all’aria aperta e si partecipava alla Messa in mezzo alla natura. Fu così che nacque l’idea di costruire un rifugio alpino parrocchiale a Cusio.
I preparativi di costruzione ebbero inizio nel salone dell’oratorio per definire una prima struttura prefabbricata a blocchi con il materiale necessario: saldature in ferro, travi in legno e perline. I lavori continuarono per cinque mesi, dal novembre del 1962 a marzo del 1963 ed ebbero un buon risultato in breve tempo grazie alla manodopera di falegnami, fabbri, muratori e geometri del quartiere, i quali avrebbero poi provveduto a smontare e trasportare il prefabbricato direttamente a Cusio. Il 31 marzo 1963 ci fu un sopralluogo al colle della Maddalena allo scopo di individuare il punto migliore dove posare il rifugio e fu scelto in mezzo al bosco di faggi con una vista eccezionale.
Di fronte il monte Arera, il Menna e l’Alben; a valle il paese fino a Piazza Brembana; a sinistra il monte Cavallo e a destra i monti Aralalta e Zuccone; alle spalle i piani e il monte Avaro. Dopo aver ottenuto i permessi dal comune di Cusio, nei mesi successivi ogni fine settimana i giovani volontari si recavano in montagna per trasportare il materiale necessario da Cusio al Colle, caricandolo sulle spalle e/o a dorso di muli trovati per l’occasione.
Il 15 agosto 1963 il rifugio venne aperto e inaugurato con una Messa. La prima struttura in legno aveva una porta d’ingresso e due finestre e ospitava 10 posti letto a castello, due tavoli, alcune panche e una stufa a legna per il riscaldamento e per la cucina. Nel 1966, mantenendo la struttura di ferro e legno perlinato, si è deciso di allungare il rifugio di altri tre metri per ricavare una sala da pranzo, una dispensa e una cucina, indipendenti dal dormitorio.
In quegli anni ’60, a seguito dello sviluppo turistico dell’alta valle Brembana, l’amministrazione comunale di Cusio iniziò i lavori di costruzione della strada verso il colle della Maddalena e, successivamente, verso i piani dell’Avaro per valorizzare la zona montana e incrementare il turismo estivo e invernale. Questa nuova strada agevolò l’opera di sviluppo del rifugio e così don Michele Gerosa (secondo parroco), con l’aiuto dei giovani volontari amanti della montagna, fece costruire un edificio in muratura a fianco del prefabbricato in legno, con due piani e due stanzette e con servizi igienici accanto.
Verso la fine degli anni ’70, durante la costruzione del nuovo acquedotto di Cusio, il comune chiese alla parrocchia un contributo per la realizzazione di una piccola strada consortile agrosilvopastorale e contemporaneamente si decise la costruzione del muro di contenimento a monte del rifugio, per scongiurare eventuali frane.
Negli anni ’80, ad opera degli stessi volontari parrocchiani e di tanti giovani, continuò il lavoro di riqualificazione del rifugio originario in legno, adeguandolo con pareti termicamente isolate, costruendo un alveare a pavimento e un tetto in calcestruzzo con materiali termoacustici e rivestendo il rifugio in perline di legno allo scopo di mantenere le sue caratteristiche originali.
Da allora il rifugio è sempre in continua evoluzione grazie alla cura dei numerosi e diversi volontari del Villaggio degli Sposi. Attualmente sono in corso opere di adeguamento e ammodernamento che permetteranno di poter accogliere anche persone con difficoltà motorie. I lavori procedono man mano che si raccolgono i fondi necessari frutto della generosità delle persone. Vuoi fare la tua parte?