Bergamo vive il Giubileo della Speranza

IL GIUBILEO
Da dove viene questa pratica?
La prima volta che si parla di Giubileo è nell’antico Libro biblico del Levitico, secondo il quale Mosè al Sinai stabilisce che ogni cinquant’anni si faccia qualcosa di incredibile. Ognuno che, per qualsiasi motivo (per esempio per debiti), si è trovato ad alienare la sua proprietà, potrà ritornare ad esserne padrone: “ciascuno tornerà nella sua proprietà” (Lev 25,13), “perché la terra è mia” – dice Dio – (Lev 25,23). Una visione certo utopica, mai realizzatasi concretamente, se non in misura ridotta, ma tale da ispirare una visione del mondo per la quale ogni tanto si deve provvedere in modo più deciso a riparare il male e l’ingiustizia e provare a ricominciare a capo.
E questo anno speciale si proclama nel giorno di Kippûr, cioè nel giorno in cui ci si rivolge a Dio per chiedere perdono: come a dire che le pratiche dell’anno giubilare, tese a ricostruire un mondo a misura di uomo, nascono solo dal perdono che viene da Dio.
Quando, centinaia di anni dopo, nel 1300, Bonifacio VIII indice per la prima volta il Giubileo cristiano, che prevede il pellegrinaggio a Roma, lo fa concedendo ai pellegrini l’indulgenza, un’occasione speciale per vivere intensamente il perdono dei peccati e la necessità di ricostruire la vita, propria e degli altri, danneggiata dalle infinite forme di male di cui l’uomo è capace.
Cosa si intente per indulgenza?
Ecco: che cosa è l’indulgenza, che ancora oggi costituisce il dono precipuo che si chiede in un Giubileo? Essa ha assunto nei secoli forme diverse e ben si sa che è stata motivo di discussioni a causa degli abusi a cui si è prestata. Che cosa essa sia in realtà lo spiega in maniera convincente il Papa stesso nella bolla di indizione del Giubileo: “Il Sacramento della Penitenza ci assicura che Dio cancella i nostri peccati… Tuttavia, come sappiamo per esperienza personale, il peccato lascia il segno, porta con sé delle conseguenze: non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche interiori, in quanto ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio”.
In termini semplici, quindi, è necessario che noi impariamo a prendere sul serio il male che facciamo e siamo pertanto consapevoli del carattere laborioso della penitenza. L’indulgenza e il Giubileo sono un’occasione per rinnovarci grazie alla misericordia di Dio, ma con un rinnovamento che ha bisogno di un aiuto speciale (la grazia dell’indulgenza appunto) e deve esprimersi in gesti che dicono in maniera forte il desiderio di purificarci e di cambiare: il pellegrinaggio è uno di questi.
Nel cammino di rinnovamento non siamo soli. Avviene grazie alla comunione con tutti i credenti, nella Chiesa appunto. Il pellegrinaggio alle tombe degli apostoli traduce bene questo coinvolgimento di tutta la Chiesa nel nostro desiderio di rinnovamento e il passaggio della Porta Santa esprime la decisione di intraprenderlo e, prima ancora, la Grazia che lo rende possibile (“Io sono la Porta”, dice il Signore Gesù).
Se poi l’indulgenza è chiesta per i nostri defunti, essa contribuisce alla loro purificazione piena, proprio grazie alla comunione d’amore che circola come linfa vitale nel Corpo di Cristo che è la Chiesa.
Il Giubileo e la speranza
Comprendiamo bene allora perché il Papa abbia dato come tema all’anno giubilare quello della speranza: infatti là dove gli uomini prendono sul serio il male che compiono e pongono gesti, personali e comunitari, per ‘ricostruire’ con la Grazia di Dio, là si edifica la speranza, propria e del mondo intero.

LA LETTERA DEL VESCOVO DI BERGAMO
Il Giubileo ci invita a farci “pellegrini di speranza”, per rianimare nel nostro cuore e in quello degli altri, a partire da un rinnovato incontro con il Signore, la fiducia squisitamente pasquale di una vita nuova per tutti. Non si tratta di ingenuo ottimismo o di eroico volontarismo: coltiviamo e chiediamo la virtù teologale della speranza che è dono di Dio e frutto della nostra fede in Lui.
L’anno giubilare proposto nella Legge di Mosè, doveva ristabilire l’ordine e la giustizia sociale, nel rispetto del creato, attraverso la liberazione degli schiavi, il condono dei debiti, il ritorno al disegno originario di Dio per il suo popolo. L’attesa del Messia, alimentata dalla parola dei profeti e connotata dalla speranza, non esonerava dalla conversione del cuore, ma manifestava la fondamentale confidenza in Dio, a cui Gesù darà risposta. “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”. (Lc 4,18-19)
INDICAZIONI PER VIVERE IL GIUBILEO
In questo Anno Santo la Porta Santa sarà come nella tradizione solo a Roma nelle quattro Basiliche Papali. Sono proposti diversi pellegrinaggi diocesani a Roma. Il Santo Padre ha concesso ad ogni Vescovo la facoltà di istituire in ogni diocesi alcune chiese giubilari, nelle quali è possibile ricevere l’indulgenza plenaria.
La chiesa giubilare è un luogo di grazia per celebrare il dono dell’Anno Santo e vivere un pellegrinaggio dentro se stessi.
In essa si può ricevere il dono dell’indulgenza attraverso un momento di preghiera personale, fatta con l’aiuto di un testo, con la proposta di un percorso orante all’interno della chiesa, o con lo schema tradizionale: Padre Nostro, professione di fede, invocazione a Maria e preghiera per il Papa. L’indulgenza è legata al sacramento della riconciliazione (in questo dépliant trovate preziose indicazioni).
Per rivedere l’indulgenza
- Nelle chiese giubilari prendendo parte a una celebrazione o al sacramento della riconciliazione, vivendo l’adorazione eucaristica, il rosario, la via crucis o altre celebrazioni, oppure nella preghiera personale (vedi sopra)
- Nelle celebrazioni in cui il Vescovo imparte la benedizione papale a sua discrezione
- Coloro che vivono gravi impedimenti di salute e non possono fare pellegrinaggi o partecipare a celebrazioni, possono ricevere l’indulgenza offrendo le loro sofferenze o disagi unitamente alla preghiera
- L’Anno Giubilare chiama ad essere segni tangibili di speranza verso tanti che vivono in condizioni di disagio: siamo tutti invitati a compiere opere di carità, riscoprendo le opere di misericordia corporale e spirituale
- Si potrà conseguire l’indulgenza giubilare recandosi a rendere visita ai fratelli che si trovano in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani, diversamente abili), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro
- L’indulgenza plenaria giubilare potrà essere conseguita anche mediante iniziative che attuino in modo concreto e generoso lo spirito penitenziale e di misericordia che è come l’anima del Giubileo.
Le chiese giubilari i Bergamo
- La Cattedrale (per tutta la diocesi)
- La Chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie
Per le confessioni
- Cattedrale: da lunedì a venerdì ore 16.30 – 18.30; sabato e vigilia Feste: dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 nei giorni festivi dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 15.30 alle 18.30 qui
- Chiesa delle Grazie: durante l’apertura della chiesa (feriale: 7.30- 11.45; 16.00-19.00) (festivo: 8.30-12.30; 16.00-19.30); nei venerdì di Quaresima: anche dalle 12.00 alle 16.00 qui
- Chiesa di san Bartolomeo (padri domenicani) ogni giorno (escluso il lunedì) 9.00 -12.00; 15.30-18.20 qui
- Chiesa di sant’Alessandro in captura (padri cappuccini): ogni giorno 7.30 -12.00; 15.00-18.30 qui
- Nella propria parrocchia, secondo le disponibilità offerte qui
Celebrazioni
- Processione del Corpus Domini in città, presieduta dal Vescovo, sarà il 19 giugno, e si concluderà presso la neo inaugurata struttura “Amoris Laetitia”
- Manifestazione Giubilare della Speranza avrà luogo, con modalità e luoghi della città da definirsi, domenica 5 ottobre.
Pellegrinaggio a Roma
Si propone alla nostra città una partecipazione “corale” al pellegrinaggio di un giorno in treno, previsto il 17 maggio. Di seguito la locandina. Le iscrizioni si ricevono entro il 30 marzo lasciando una caparra di 50 €. Iscrivi ora, clicca qui.
